Poesie




Alceo
Alla foce dell'Ebro
Ebro, il più bello dei fiumi,
che nella Tracia con forte suono scorri
lungo terre famose pei cavalli,
al purpureo mare presso Aino tacito scendi.
E lì molte fanciulle muovono
molli sulle anche: con l'acqua chiara
nel palmo delle mani, come con olio
addolciscono la pelle.


     La conchiglia marina
O conchiglia marina, figlia
della pietra e del mare biancheggiante,
tu meravigli la mente dei fanciulli.

 

Già sulle rive dello Xanto
Già sulle rive dello Xanto ritornano i cavalli,
gli uccelli di palude scendono dal cielo,
dalle cime dei monti
si libera azzurra fredda l'acqua e la vite
fiorisce e la verde canna spunta.
Già nelle valli risuonano
Canti di primavera.


Ibico

Albero in riva al fiume
Sopra le sue più alte foglie
si posano anitre vaghissime
dal collo lucente coi colori del porfido
e alcioni dalle lunghe ali.


Orazio
Dalle ODI
Alla fonte Bandusia
O fonte Bandusia, più splendente del vetro,
degna di dolce vino e di fiori,
domani avrai il dono di un capretto,
a cui la fronte turgida per le corna
nascenti destina le battaglie d'amore..
Invano: ché le gelide onde
ti tingerà di sangue vermiglio
il piccolo saltellante del gregge.  

Te non raggiunge la sfibrante ora dell'arsa
Canicola, tu il fresco amabile
porgi ai tori stancati
dal vomere e al gregge vagante.
Celebre anche tu diverrai fra le fonti
poiché io canto i lecci che ombreggiano
l'antro da cui balzano Alieno
mormorando le tue limpide acque.

Di là dalle colonne
Poi , oltre le colonne, verso occidente, ecco
s'apre l'abisso infinito.Un vasto oceano
s'allarga e un mare arido si stende,
a detta d'Imilcone. Mai nessuno
si azzardò su quei gorghi, mai spinse la chiglia
su quell'acqua, poiché lì cessano i soffi
che spingono i mari
né il celeste respiro asseconda la poppa.
Un manto, quasi, da lì avvolge l'etere
e nebbia eterna copre il gorgo, e siede
immobile la nube sul giorno fatto denso.
Questo è l'oceano, cane latrante
intorno al mondo, re dei mari, gorgo
che avviluppa ogni riva,
rifornitore dei bacini interni,
padre del nostro mare.
Di là, da fuori, scava i molti seni
e spinge fino a nostro continente
la violenza del suo profondo abisso.


Sinfosio (dagli indovinelli )
Il fiume e il pesce

C' è una casa nella terra
saltellante e canterina,
risonante quella casa
però muto il suo abitante;
l'uno e l'altro tuttavia
corre, casa e abitante.


Madrigale (Poesia per musica)
Nel chiaro fiume dilettoso e bello
Andando per pescar tutto soletto
Trova' bagnar tre donne a gran diletto.
Ragionavan d'amor man percotien l'onde
Per immollarsi le loro trezze bionde.
Celandom'i' allor in fra le fronde,
una si volse al sonar di una rama
e con istrida le compagne chiama:
"Ome, dicend'a me, deh, vatten via,
ché 'l partir, più che l' star, è cortesia.



Poliziano
Dalle Rime
Acqua, vicin, ché nel mio cor io ardo!
Venite, soccorretelo, per Dio!
Ché c'è venuto Amor col suo stendardo,
che ha messo a foco e fiamma lo cor mio.
Dubito che l' aiuto non sia tardo,
sentomi consumare, ohimè Dio!
Acqua, vicini, e più non indugiate,
ché'l mio cor brugia se non l' aiutate.

 


Girolamo Fontanella
DALLE ODE
Alla rugiada
O di nube ridente
Figlia candida e pura,
che soave e lucente
fai con lento fioccar rider Natura;
e qual dolce sudor mentre discendi,
degli estivi calor tempri gl'incendi.
Matutino licore,
ch'in minuti zampilli,
sul rinascente albore,
dal ben fonte del ciel piovi e distilli,
e con vaghe perlette, umide e liete,
a le bocche dei fior togli la sete.
Manna lucida e bella
che con largo tesoro
versa l'alba novella
Da la sua coppa,ch'è d'argento e d'oro,
e bevanda gentil da tutti i lati
con tua dolce virtù nutrici i prati.
Dolce pianto fecondo,
che dagli occhi sereni,
trasparente e giocondo,
de la madre d'Amor prodotto vieni,
e di flora gentil bagnando il viso,
con le lacrime tue risvegli il riso…(continua).


Giuseppe Ungaretti
I Fiumi
Mi tengo a quest'albero mutilato
abbandonato in questa dolina
che ha il languore
di un circo
prima o dopo lo spettacolo
e guardo
il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono di steso
in un'urna d'acqua
e come una reliquia
ho riposato
L'Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattr'ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
sull' acqua
Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
sudici di guerra
e come un beduino
mi sono chinato a ricevere
il sole
Questo è l'Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell'universo
Il mio supplizio
è quando
non mi credo
in armonia
Ma quelle occulte
Mani
Che m'intridono
Mi regalano
La rara
Felicità


Pier Paolo Pasolini
Da La meglio gioventù
Fontana di aga dal me paìs.
Ano è aga pì fres-cia che tal me paìs.
Fontana di rustic amòur.