Le cartiere
La maggior parte delle
25 cartiere esistenti sul territorio era ubicato nel tratto più basso della
valle della Pescia Maggiore, tra il rio di Bareglia e il ponte di Sorana, sia
lungo l'asse principale del corso che lungo i suoi affluenti.
Le cartiere, come le
altre fabbriche andanti ad acqua, avevano come canali di alimentazione le gore,
la cui lunghezza variava da cento a cinquecento metri e che ricevevano le loro
acque dal canale di fuga o da una diga che sbarrava il corso del fiume.
Le materie prime per la fabbricazione della carta erano costituite dagli
stracci, dal carniccio e dall'acqua indispensabile per la macerazione dei cenci
e per la preparazione dell'impasto. Ma l'acqua aveva un'altra insostituibile
funzione: nel Regolamento dell'Arte della Carta all'uso di Toscana, che fornisce
indicazioni precise sulla struttura della cartiera, si legge "Per
un edificio con un solo tino ci vogliono almeno sei pile di pietra, cioè tre
dette a cenci, due dette a ripesto e una a sfiorato…….L'edificio –
abitazione deve essere in paese e sito fresco, dominato da venti di tramontana e
ponente, che questi sono più a proposito per asciugare. Le acque hanno da
esservi abbondanti, limpide e chiare con buona caduta perché abbia maggior
forza di far battere le pile con velocità".
Chiare, fresche e dolci acque.
Ove le belle membra
Pose colei che solo a me par donna. Francesco Petrarca
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