ESHO FUNI

INSEPARABILITA’ DELLA VITA E DEL SUO AMBIENTE

 

"IL Sutra afferma: "Le persone lì (nella mia terra) sono felici e a proprio agio". Felici e a loro agio sta a indicare la gioia che deriva dalla Legge. Tu sei ovviamente incluso fra le "persone" e "lì" indica il mondo intero, compreso il Giappone. "Felici e a loro agio" significa capire che le nostre vite, sia i nostri corpi che le nostre menti, noi stessi e il nostro ambiente, sono l’entità di
Ichinen Sanzen e il Budda di assoluta libertà.."

(Nichiren Daishonin, Gli Scritti di Nichiren Daishonin, vol. IV, 1996)

" Il Buddismo è una filosofia che spiega il funzionamento della vita, che insegna a essere felici esprimendo al meglio la propria creatività. Ma poiché la vita è tutt’altro che semplice, gli insegnamenti buddisti che si sono evoluti per oltre duemila anni ne rispecchiano in qualche misura la complessità. Per questo motivo, nei diversi e numerosissimi testi della tradizione buddista appaiono delle contraddizioni. Da qui la confusione che spesso accompagna, in Occidente, l’interpretazione delle sue dottrine.

Integro è rimasto, però, il testo essenziale, il più emozionante, il Sutra del Loto, nel quale Shakyamuni descrive il significato dell’illuminazione. All’inizio del suo discorso egli avverte che quanto sta per dire è di estrema difficoltà: "Tra tutti i sutra che ho esposto e predicato, che mi accingo oggi a predicare e che esporrò in futuro, questo Sutra del Loto è il più arduo da credere e da capire".

Dobbiamo riconoscere che le difficoltà poste da molti insegnamenti buddisti, e fra questi, in particolare dal Sutra del Loto, hanno fatto sì che essi non siano stati compresi, oppure che siano stati intesi in modo distorto o parziale, esclusivamente dal punto di vista razionale-intellettuale o teorico-dottrinale.

A questo proposito, un racconto apocrifo su Shakyamuni mette lucidamente in evidenza il pericolo di una comprensione esclusivamente intellettuale del Buddismo. Un giorno Shakyamuni, passeggiando nel Parco dei Cervi presso Benares, vide un cervo ferito disteso per terra, con una freccia conficcata nel fianco. Erano presenti anche due bramini che, osservando il cervo morente, discutevano su quale fosse il preciso istante in cui la vita abbandona un corpo vivente, e speculavano sulla natura dell’esistenza dopo la morte. Vedendo Shakyamuni e conoscendolo come famoso "uomo di pensiero", si affrettarono a chiedere la sua opinione. Shakyamuni si chinò rapidamente sul cervo e gli sfilò la freccia dal fianco.

Il vero spirito del Buddismo, cui sia allude in questo racconto, è quello di fornire soluzioni fondamentali, pratiche e immediate al problema della sofferenza e non discussioni filosofiche. In questo senso, l’intera struttura teorica della dottrina buddista può essere intesa essenzialmente come un "prodotto" del desiderio fondamentale di liberare gli esseri umani dalla miseria, dalla disperazione e dalla confusione.

Con ciò non si intende affermare che l’approccio filosofico sia inutile o superfluo. Tutt’altro. Si vuole però porre l’accento sul fatto che l’azione compassionevole è la cosa che conta di più nell’impostazione globale degli insegnamenti buddisti. Avvicinandoci a questa disciplina è quindi di vitale importanza comprendere che la teoria ha significato soltanto come punto di partenza per l’azione: agire per sé e per gli altri…" (R. Causton, La Legge Meravigliosa, esperia edizioni, Milano, 2004)

"L’idea che tutta la vita sia in un costante stato di flusso non è esclusiva del Buddismo anzi, è condivisa dalla maggior parte delle filosofie e delle religioni orientali e ha anche trovato espressione in quelle occidentali di varie epoche: il filosofo greco Eraclito, per esempio, che visse prima di Socrate e di Platone, riassunse la sua convinzione che l’universo fosse in costante mutamento nella frase "tutto scorre". Il Buddismo, tuttavia, differisce dalle altre correnti di pensiero in quanto spiega dettagliatamente come la vita cambi di momento nonostante segua uno schema riconoscibile secondo la Legge universale di Nam myoho renghe kyo. Come rileva lo storico britannico, lo scomparso Arnold Toynbee: "L’analisi buddista delle dinamiche della vita …è più dettagliata e sottile di qualsiasi moderna analisi occidentale di cui io sia a conoscenza".(R. Causton, I Dieci mondi, Introduzione al Buddismo di Nichiren Daishonin, esperia edizioni, Milano,2004)

Il Buddismo è come un maestro che ci educa all’ABC della vita: tramite l’Insegnamento, ci permette di ritornare alla sorgente di noi stessi e di quello che ci circonda, cioè alla vita stessa, per poter vivere in armonia dentro e fuori di noi. A causa dello sviluppo tecnologico e scientifico è aumentata la distanza tra quello che siamo veramente e il nostro ruolo "sociale", e tra noi e ciò che ci circonda, rendendo il fuori quasi asettico e, comunque, diverso. Tutto viene puramente "materializzato", perciò ridotto a sostanza inerte mentre, invece, tutto pulsa di vita secondo una regola precisa e perfetta che noi coscientemente ignoriamo.

"Gli uccelli sfrecciano in cielo eppure non si urtano mai, e così accade anche ai pesci nel mare. Nell’immensità di cielo e mare, uccelli e pesci vivono e si muovono liberamente, perché li guida un istinto che li rende perfetti nuotatori e maestri dell’arte del volo.

Allo stesso modo, vivendo in profondo accordo con la Legge della vita, gli esseri umani cesseranno di lottare gli uni contro gli altri. Banali conflitti come quelli provocati da gelosie, aggressività e arroganza, causa di sfortuna e infelicità, spariranno come neve al sole..".(citazione di D. Ikeda, contenuta in, La Legge meravigliosa, di R. Causton)

E’ come se noi avessimo negato la sostanza della vita, stiamo vivendo una esistenza fittizia, artificiale, che le nostre menti hanno creato e che ci costringiamo di portare avanti ogni giorno e, siccome, non è "naturale", soffriamo moltissimo e perdiamo la misura dei nostri reali bisogni, ferendo, così, noi stessi, gli altri intorno a noi e il nostro territorio.

Quello che lega gli esseri umani sono sia fenomeni fisici, che elementi spirituali ed emotivi e, ignorandoli, o non dando loro la corretta importanza, creiamo un’ulteriore confusione al livello sociale.

" Il rapporto delle forze attive del nostro corpo con l’ambiente è misurato dai medici nei termini di quella che è chiamata adattabilità..."(D.Ikeda, I misteri di nascita e morte)

Nel Buddismo esiste il concetto di ESHO FUNI, che significa UNICITA’ DI VITA E AMBIENTE.

Il soggetto vivente corrisponde a SHOHO, l’ambiente a EHO, insieme si contraggono in ESHO, cioè la vita e il suo ambiente.

Questi due aspetti esistono in relazione di FUNI, contrazione di NINI-FUNI che significa "due ma non due" e di FUNI-NINI, cioè "non due ma due".

SHOHO = soggetto vivente

EHO  = ambiente 

ESHO= la vita e il suo ambiente

NINI-FUNI= due ma non due FUNI

FUNI-NINI= non due ma due

HO = effetto manifesto o retribuzione karmica

L’Io e la realtà esterna sono NON DUE, cioè, non solo interdipendenti, ma esattamente la stessa cosa:

"…c’è una dimensione della vita individuale che non è limitata all’interiorità del soggetto, ma che è la stessa cosa con l’intero universo…consideriamo di nuovo i termini shoho e eho. Abbiamo notato che entrambi contengono la parola ho che significa effetto manifesto o retribuzione karmica. La sua presenza in entrambi i termini indica che gli effetti delle nostre azioni trovano espressione sia in noi stessi che nel nostro ambiente. In altre parole le nostre azioni modellano sia la nostra vita che il mondo nel quale viviamo. Da questo punto di vista, una persona nasce in certe particolari circostanze determinate dal karma formato nelle esistenze passate, e la formazione del suo ambiente coincide con la sua comparsa nel mondo…".(Principi Buddisti per la pratica, 1988)

A tutta prima i concetti buddisti sono difficili e apparentemente meccanici, non solo per chi non ne ha mai sentito parlare, ma anche per chi pratica il Buddismo, però, in realtà, hanno chiavi di letture diverse che abbracciano tutti i livelli di comprensione, dal più logico ed elementare al più profondo, anche perché il fine del Buddismo è di semplificare la vita e non, ulteriormente, complicarla: per questo motivo cerca di analizzare l’esistenza in tutte le sue sfumature, così da fornire una mappa per potervi meglio muovere. Secondo il Buddismo la vita si manifesta in modo diverso ma con la stessa potenza in tutto quello che conosciamo, per cui tutto, non soltanto è formato dalle stesse sostanze chimiche, ma anche della stessa energia: ogni individuo ha il suo ambiente preciso che lo circonda, dove si sviluppa e in cui riflette sé stesso. Il Buddismo insegna che tutto dipende da noi, sofferenza e felicità, cioè noi stessi siamo responsabili della nostra vita e di quello che ci succede, per cui il punto di vista non è fuori da noi, per poi ricondurlo alla nostra esistenza, ma l’opposto, vale a dire che quello che siamo influenza l’ambiente. Tutto è interdipendente e indipendente in una scala di diverse responsabilità in cui gli esseri umani ne hanno la maggiore: dipende dal grado di consapevolezza che si possiede, ed è chiaro che un essere umano è più cosciente di un platano ma anche di una farfalla. Questa coscienza porta a poter decidere su la propria persona, ma anche su tutto ciò che non può farlo, come, ad esempio, l’ambiente naturale: esattamente come una madre si prende cura del proprio bambino noi siamo responsabili della vita intorno a noi e, per questo, è importante che le nostre scelte siano sagge e prive di egoismo.

 

Nel Buddismo gli esseri sono divisi in:

"esseri senzienti", cioè animali e uomini con particolare riferimento a quest’ultimi.

"esseri insenzienti", che sono le piante, i sassi, i fiumi, ma che si può estendere anche agli oggetti che ci circondano nel quotidiano, come i mobili, i fogli di carta, i vetri delle finestre, ecc..

Questo intende significare:

""Mutua compenetrazione tra la vita e tutti i fenomeni" significa che la vita in ogni istante abbraccia il corpo e lo spirito, l’io e l’ambiente di tutti gli esseri senzienti in ognuno dei dieci mondi e dei tremila mondi, come pure tutti gli esseri insenzienti: le piante, il cielo e la terra, fino alla più piccola particella di polvere. La vita in ogni istante permea l’universo e si manifesta in tutti i fenomeni. Chi si risveglia a questa verità realizza la mutua compenetrazione tra la sua vita e tutti i fenomeni…"( Nichiren Daishonin, Il Raggiungimento della Buddità in questa esistenza, Gli scritti di Nichiren Daishonin, vol.4)

 

Nam MyoHo Renge Kyo

 

BIBLIOGRAFIA.

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Richard Causton, I Dieci Mondi introduzione al Buddismo di Nichiren Daishonin, esperia, Milano, 2004.

Richard Causton, La Legge Meravigliosa introduzione al Buddismo di Nichiren Daishonin, 2004.

Principi buddisti per la pratica, 1988.

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Buddismo e Società n°104, 2004, Bimestrale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

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Gli Scritti di Nichiren Daishonin, vol.IV,1996.

IMMAGINI.

Le immagini sono elencate dal titolo. Alcune sono  state modificate dall’originale.

Albrecht Durer, Leprotto, part., 1502, Vienna Albertina, Classici dell’Arte Rizzoli, Milano.

Hugo Van Der Goes, Trittico Portinari, part., 1475 c., Firenze, Uffizi, I Maestri del Colore, Fratelli Fabbri Editore, Milano.

Takashi Murakami, Jellyfish-Max & Shomon,  Courtsy Blum & Poe, 2004, immagine tratta dalla rivista IO Donna n° 43, 22/10/05, periodici RCS.?

Diane Arbus, Identical Twins, Roselle, N.J., 1967,  Diane Arbus- American, 1923-1971, a Portfolio of 28 Photographs, sito www.ocaiw.com.

Diane Arbus, Masked woman in a wheelchair, Pa., 1970, Diane Arbus- American, 1923-1971, a Portfolio of 28 Photographs, sito www.ocaiw.com.