Voci dal CTP di Montecatini (Pistoia) e dal CCP UNLA di Pescia

"Sono partita dalla mia ex patria nove anni fa. Sono apolide. Mi partii con l'ultimo "treno" della emigrazione russa che era stata dispersa nel mondo."

(Tatiana)

Tatiana (apolide) Il confronto fra due culture diverse

I.P. (Polonia) Siamo in Polonia negli anni ottanta

Makonnen Meaza (Etiopia) Etiopia

Espirito Alonzo Marietta (Filippine) Filippine

 

Storie raccolte dall'insegnante Marta Maria Martinelli

 

 


 

 

Il confronto fra due culture diverse

Tatiana (apolide)

Ci sono pochi "resti" presenti nel Paese della mia generazione (ritengo emigrazione) per quello che mi risulta.
All'inizio non avevo possibilità di imparare la lingua e mi recuperavo la lingua semplice parlata nei posti pubblici e dalla TV, lavorando con dizionario e accumulando le parole. Poi ho provato a leggere libri che mi interessavano e non riuscivo ad eprimermi del contenuto esplicitamente, perché mi sfuggivano le parole, però io avevo il mio scopo personale di riempire il vuoto per la mancanza dei libri in madre lingua. Leggevo i libri difficili e riuscivo a comprendere circa sessanta, settanta per cento. Poi ho iniziato a frequentare il corso di italiano e mi sono rimasta stupefatta dalla mia incomprensibilità della grammatica, perché già avevo imparato bene tutti i blocchi linguistici sbagliati dal mio marito, e faccio sempre gli stessi errori.
In quel Bel Paese sono venuta con il treno. La prima fermata era a Venezia. Avevo un'ora per percorrere la città e ero rimasta affascinata dalla bellezza degli edifici, dei ponti e dei canali. Alle cinque della mattina seguente, mentre io ancora dormivo sul treno, sentii la voce del mio partner che mi cercava. Ho preso le merci e mi sono trovata a Firenze. Abbiamo trascorso una giornata a Firenze e nella stessa sera eravamo già a Roma dove sono stata accolta dai Russi che festeggiavano il matrimonio, perciò ho conosciuto molte persone radunate insieme.
La difficoltà della lingua non mi ostacolava. Mi sembrava tutto facile, perché già tutti parlavano, secondo me, molto chiaro per farsi capire dalle persone del posto.
Il fascino del paese mi stupiva molto. Era tutto diverso, era tutto da ammirare. La gente mi sembrava molto aperta e accogliente. Molti italiani mi volevano comunicare qualche cosa che io non capivo assolutamente e da interprete mi faceva il mio compagno, che egli stesso capiva poco o male. All'inizio della mia presenza nel Paese mi sembrava che molti mi volevano bene. Abbiamo fatto assieme un lavoretto, poi il padrone ha scelto solo me per continuare a lavorare da sola.
Il trattamento delle condizioni del lavoro temporaneo si faceva il mio marito. Avevamo daccordato per 10.000 lire all'ora. Infine mi sono stata pagata a metà del previsto. Comunque era mia prima esperienza lavorativa, per il padrone che mi mancava per assenza di essi nel mio Paese.

Fin dall'inizio ho avuto la sensazione che la donna italiana domina sul maschio, che l'uomo è stato sottomesso e mal apprezzato dalla parte più "debole". Man mano ho avuto la confermazione sul mia opinione, che le donne italiane sono spesso più maschiliste degli uomini, che qui il mondo si gestiscano le donne rivolgendo i capi dei maschi in qualsiasi direzione dove vogliano loro.

L'uomo italiano mi sembrava troppo femminilizzato dal suo comportamento indeciso e per di più dal suo modo di vestirsi notai i tanti attrezzamenti femminile su l'uomini italiani, mentre le donne indossavano le cravatte etc.
I maschi italiani sono molto diversi dai nostri, che rappresentavano il suo fascino maschilista in modo più corretto.

Il "colpo di fulmine" alla popolazione con il tempo si calmò. Ho affrontata tanta ipocrisia dagli italiani e pian piano mi sono abituata a convivere così. Notai la tendenza alla superstiosità, alla cartomanzia, alla chiromanzia, alla profezia, alla magia eccetera che da subito mi portai a pensare alla ignoranza del popolo di massa.
Tutto ciò è il frutto secondo me, della fedeltà religiosa, che da noi non era diffusa. Il mio sur asiatico l'occhio" (l'occhio che osserva dall' alto oltre) si fa notare le cose, per quelle non sono in grado per ora né parlare, né giudicare, e devo accettare le molte cose così come sono. Le convinzioni facili della pubblicità alle cose inutili che spesso non corrispondono né di qualità né di prezzo. Il benessere che ha portato alla solitudine delle persone e alla superficialità dei rapporti tra la gente. Il benessere è una cosa che non è mai sufficiente, e più che tu hai, più rimani solo e isolato come il "cavaliere spilorcio" (il titolo di una poesia) o forse l'avaro andrebbe meglio. Lo slogan "panem et circens (il pane e il spettacolo) è una cosa che da sempre riuniva il popolo.
I russi sono molto più crudeli e cattivi rispetto agli italiani.
Sono una cosmopolita e sono parca di lodi.
Vorrei accettare la differenza fra me e te e fra i popoli fino certo punto.
Mi sento molto sola in folla, mi manca gli amici della mia infanzia, quelli che io selezionava uno per uno per gli interessi che condividevamo.
La produzione dello scritto è propria. La deviazione del mio pensiero sarà molto difficile. Sono addestrata a riflettere da me e non condividere facilmente nessuna opinione, ripetuta più volte per farmi convincere.

(Secondo me sono pazza per esprimermi in questo modo. Scusatemi)

P.S. L'italiani piuttosto sono narcisisti. Il benessere ha portato loro di pensare ad una razza superiore che sradicato il loro passato. Hanno dimenticato presto la loro storia di emigrazione, dei sofferenze, di fame.
La ruota della storia si gira. La partecipazione nella guerra moderna non porta più il benessere come allora. La spesa viene posata sulle spalle dei cittadini. Solo prosperità economica e libero commercio oggi porta benessere. Per i politici l'uomo come se fosse una mosca. Se viene schiacciato uno nascono gli altri. L' apparato riproduttivo non si fermerà mai. La cultura italiana ne ha le radici profonde.
Mi piacerebbe di vedere sulla TV piuttosto produzione italiana classica che la vita orribile e oscena degli americani, che da mass media del popolo viene approvata come un esempio da imitare, che porta all'indebolimento culturale.
I Russi amano molto la loro letteratura classica e poesia.
La cosa che non ne ho notato negli italiani. Né Boris Pasternak non viene mai considerato come un classico nonostante che ha avuto Premio Nobel. Né simbolisti, né futuristi, immaginasti, presentisti - non vengono considerati come i grandi classici russi. (escludo Tolstoy e Dostoevsky e Blok)

 

 


 

 

Siamo in Polonia negli anni ottanta.

I.P. (Polonia)

La TV trasmette poche cose e qualche vecchio film italiano del neorealismo riguardante soprattutto fatti e storie svolte al sud dell'Italia con donne sempre vestite in nero urlanti e molti panni stesi sui balconi delle case, poi qualche volta veniva trasmesso anche il festival di San Remo che appariva agli occhi della ragazza tutto diverso da quello che i nostri dirigenti volevano farci apparire.
In questo programma si vedeva la gente ben vestita, molto spontanea con gesti e movimenti assai diversi da quelli in uso nel suo paese.
La musica, le canzoni con parole che la ragazza non capiva ma sentendo la pronuncia melodica colpiva il suo cuore e scattava contemporaneamente il desiderio di conoscere da vicino questa nazione che era vicino topograficamente ma molto lontana per la possibilità assai scarsa di avere documenti e visti necessari. Il grande desiderio di avverare quel sogno fa si che riesce a superare tutti gli ostacoli e un bel giorno si trova in Italia. Questa ragazza sono io, appena scesa dall'aeroporto sono stata accolta da un sole splendente e caldo e mi sono diretta verso l'uscita. Tutto quello che appariva lungo il tragitto verso la destinazione sembrava diverso da quello del mio paese, a partire dai tetti delle case che hanno una pendenza molto minore, dagli avvolgibili alle finestre, da quella si capisce che è un paese caldo con inverni miti e probabilmente privi di neve ed il sole là fa da padrone. Passano i mesi e comincio a conoscere le persone, i modi di dire, i gesti e lentamente la lingua per cui posso iniziare a dialogare con le persone e conoscerle. Mi stupisce come viene fatta la prima colazione che è a base di caffè e latte con biscotti o briosce, mentre nel mio paese è uno dei pasti più importanti che oltre al caffè e latte sono servite le uova frittellate con la pancetta, prosciutto, wuster, formaggi che permette di esser sazio fino al pranzo che può essere consumato alle ore più svariate e infatti i ristoranti sono aperti a tutte le ore del giorno. La nostra usanza che oltre al pane viene usata la patata che viene servita almeno una volta al giorno; importante anche la zuppa di vari tipi come primo piatto ma poco servita nel menù italiano. Sono stata incuriosita dalla gesticolazione che molti individui usano nel dialogare fra loro cosa che non avviene nel mio paese, dove il sistema ha inculcato una rigorosità fin dall'infanzia nei modi di esprimersi e di agire che sta cambiando rapidamente.
I giorni di festa corrispondono con quelli del paese d'origine ad eccezione delle feste nazionali che ogni paese ha le proprie. Mi ha meravigliato il fatto che in Italia non venga festeggiato l'onomastico che invece è molto sentito in Polonia nel qual giorno vengono portati i regali da amici e parenti.
Si può notare una differenza nello scorrere della giornata lavorativa che è diversa da quella del mio paese.
Le fabbriche che aprono alle ore sette, alla stessa ora iniziano le scuole; tutto questo comporta l'apertura dei negozi alimentari già alle cinque per dar modo a chi lavora di rifornirsi di prodotti alimentari per la prima colazione che, come già detto, deve essere abbondante.
Ho notato che non c'è diversità negli abiti che sono di stile europeo.
In inverno si nota una differenza che è dovuta alla diversità di clima molto più rigido e lungo nel mio paese, per cui diventa abituale usare qualsiasi tipo di copricapo, piumini caldi e scarpe imbottite.
Andando in profondità non ho trovato molte differenze fra la vita che si svolge in Italia e quella che invece oggi è in Polonia; anche la distanza che sembrava enorme si è dimostrata, con i mezzi di trasporto attuali, molto vicina a differenza dei sogni di una ragazza.

 

 


 


Etiopia

Makonnen Meaza

Etiopia è un paese che si trova nell'est dell'Africa, la capitale è Addis Abeba.
La popolazione è 55 milioni, le regioni sono quindici, ogni regione ha la propria lingua mentre la lingua nazionale è l'ammarico. Il piatto speciale è il pollo al peperoncino, tipo alla cacciatora.
L'Etiopia ha tremila anni di storia, era molto grande fino al confine dell'Egitto e si chiamava Abissinia dopo di che alcuni si sono persi in guerra mentre gli altri si sono scambiati per qualcosa o dati in contratto per circa cento anni ciascuno.
La religione è ortodosso coptico.
Uno degli apostoli di Gesù ha portato il cristianesimo predicando e viaggiando da una città all'altra.
L'economia è basata sull'agricoltura e sugli animali. Esporta carni, pelli, vari grani, patate e caffè.
A parte alle scuole private, alle scuole statali si paga soltanto per i libri fino all'università. La seconda lingua è inglese, però ci sono scuole francesi, italiane, tedesche e altre.
Come in tutte le parti del mondo anche in Etiopia la temperatura è cambiata, quando deve essere caldo piove forte per mesi, mentre fa molto caldo nel periodo di pioggia.

La guerra è andata avanti per circa venti anni, oggi c'è poco, qualche volta riguarda gli anni passati; si sta bene, la malattia è meno come anche la fame, grazie agli aiuti di molti paesi come l'Italia.

 

 


 


Filippine

Espirito Alonzo Marietta

È un paese religioso di fede cattolica con alcuni musulmani, la capitale è Manila. È costituito da un arcipelago che comprende più di settemila isole. Il clima, caldo e umido, presenta da una stagione all'altra variazioni che non sono quasi mai superiori a due o tre gradi. La lingua è tagalog (malese), inglese e spagnolo.
La moneta è il peso filippino.
È ricoperto per due terzi di montagne e comprende numerosi vulcani, le eruzioni vulcaniche sono frequenti, così come sono frequenti i terremoti e i violentissimi tifoni.
Ci sono piantagioni di canna da zucchero, palme da cocco, banane, tabacco, mais, patate, vino.
Filippine ha anche molto legname, si allevano i preziosissimi bufali d'acqua, si pescano perle e coralli; ha rame, ferro, carbone, oro, argento e platino.