L'ARTE FUNERARIA


 

Molti dei rinvenimenti di architettura funeraria sono in un periodo compreso tra la seconda metà del VII secolo A.C. e il principio del V. I tipi di tombe sono a : tumulo, tomba ipogea e a tomba rupestre.
I corridoi di accesso (dromoi) sono di diversi tipi alcuni anche con gradinata inclinata all'interno. Le porte di entrata sono di diverso tipo: ad arco rettangolare sormontato da archetto semicircolare incavato, ad arco rettangolare sormontato da architrave sagomata.
I tipi dei letti sono a sarcofago e a cassapanca. Ci sono tombe con sedili ad ampio schienale semicircolare anatomico (tronetto) addossati ai lati corti della camera o anche ai piedi del letto e sedili privi di schienali addossati sul fondo.
Alcune tombe hanno un loculo rettangolare nella parete di fondo collocato nel punto mediano o anche con loculo lungo quanto tutta la parete di fondo.
Attraverso la varietà delle tombe, la loro architettura e attraverso gli oggetti rinvenuti all'interno, si possono stabilire le varie epoche, l'evoluzione del popolo etrusco, il maggior sviluppo economico e la ricchezza dei proprietari che ne facevano committenza ai costruttori.
Gli Etruschi, secondo le varie epoche o le varie usanze seppellivano i morti o li cremavano e le ceneri erano collocate nelle urne cinerarie. Gli oggetti che ponevano con il trapassato erano suppellettili che potevano servire al defunto nella vita ultraterrena. Molti oggetti sono stati ritrovati, ma chissà quanti sono andati distrutti o anche trafugati.
I reperti che costituivano i corredi tombali sono in bucchero, in terracotta, in ceramica e in alabastro. Gli Etruschi deponevano nelle tombe anche i gioielli in oro ben lavorati o anelli e bracciali anche in altri metalli.
L'architettura funeraria e gli oggetti contenuti nei sepolcri sono la testimonianza più consistente che sia rimasta di questo antico e civile popolo.
Populonia è l'unica città etrusca a sorgere sulla riva del mare. La necropoli pertinente fu scoperta nel 1897; tutta la valle di Baratti era ricoperta da sette metri di minerale ferroso arrivato dalla vicina Elba e lavorato in situ nei forni fusori.
Questa grande necropoli etrusca, che occupa il promontorio di Populonia, si sviluppò dal IX al III secolo a.C. e venne man mano ricoperta con tonnellate di scorie ferrose derivanti dalla lavorazione del ferro, un'attività per la quale gli Etruschi erano famosi. Il materiale proveniente dall'isola d'Elba veniva lavorato a Populonia e quindi commerciato in tutto il Mediterraneo.
Nella necropoli vi sono centinaia di sepolture "a tumolo" e in numero minore di tombe "a edicola" e "a cassone".
La più grande tomba a tumolo finora scavata è quella cosiddetta "dei carri", così chiamata perché vi è stato rinvenuto un carro da guerra.


Populonia tomba a tumolo

Risale al VII secolo a.C. ed è visitabile, si percorre uno stretto e lungo corridoio per arrivare nell'interno della camera funebre a pianta quadrata nei cui angoli si alzano quattro pennacchi per innestare una pseudo cupola con cerchi aggettanti di lastre in pietra sempre più stretti.


Interno della tomba

A questa struttura quadrata interna, corrisponde una crepidine a tamburo cilindrico in esterno.
Le pietre impiegate sono: arenaria e alberese (grosse pietre per sorreggere).
I morti venivano inumati perciò appoggiati su letti in pietra posti intorno alla volta della cella funeraria. Vi sono anche tombe che contengono sei letti, quattro, tre o due. Le gambe dei letti terminano a colonne tornite.


Gambe dei letti funebri

Tomba "a edicola" (ossia a tempietto), fine VI - inizi V sec. a.C.

 

Si notano due timpani triangolari, la doppia copertura in lastre del tetto, i blocchi di arenaria grossi e squadrati che formano la muratura.

   
Tomba a cassone o sarcofago


Al V - IV secolo a.C. appartengono tombe singole per persone del ceto medio di pietra arenaria.
Nelle tombe sono stati trovati contenitori per profumi.