LA LAVORAZIONE DEI METALLI


 

La ricchezza del sottosuolo (ferro, rame, piombo, argento) nel VII a.c. dell'attuale Toscana nella zona di Campiglia Marittima, Isola d'Elba costituisce un elemento importante per comprendere l'economia e lo sviluppo storico degli Etruschi. Intorno alle Colline Metallifere sorsero infatti officine che possiamo catalogare come primo esempio industriale della penisola.Una volta che il materiale estratto veniva lavorato negli appositi forni e successivamente fuso nei crogioli, al rame veniva aggiunta una percentuale di stagno (importato presumibilmente dal nord Europa) generando così il bronzo, per la cui lavorazione gli Etruschi erano rinomati in tutto il mondo antico.
I procedimenti usati dagli etruschi per la lavorazione del bronzo consistevano sia nella tecnica a sbalzo per decorare oggetti di uso domestico,che nella tecnica della fusione" a cera persa" per fare armi, attrezzi, oggetti artistici quali statue ecc. Esempi di grande valore artistico sono la cosiddetta Chimera di Arezzo e la statua dell'Arringatore. La Chimera trovata ad Arezzo è una statua che rappresenta un essere mitico con tre teste (di leone, di capra, di serpente) e corpo leonino. La fiera è rappresentata in atteggiamento difensivo, ferita nella lotta contro l'eroe Bellerofonte che l'avrebbe uccisa cavalcando il mitico cavallo alato Pegaso. E' verosimile l'ipotesi che la statua facesse parte di un gruppo votivo, che comprendesse anche la statua di Bellerofonte. Il bronzo è datato presumibilmente intorno IV sec a.C. ed è conservato nel Museo Archeologico di Firenze.

La Chimera


Sempre a Firenze si trova anche l'Arringatore statua che rappresenta Aule Metele e, secondo l'iscrizione in lingua etrusca incisa sull'orlo inferiore della toga, è stata dedicata al dio "Tece Sans", tipica figura di "dio padre". Il personaggio, un aristocratico di età matura, con il volto caratterizzato realisticamente da rughe,vestito di tunica, toga corta e calzari, è rappresentato nell'atto di chiedere il silenzio per prendere la parola nell'assemblea.
Il tipo tardo dei capi d'abbigliamento indica un periodo storico in cui la romanizzazione dell'Etruria è già in atto da tempo, per cui si presume che la statua sia datata intorno al III - II sec. a.C.

L'Arringatore


Come abbiamo visto tra le ricchezze del sottosuolo non era presente l'oro per cui anch'esso come lo stagno proveniva dal commercio. Una delle vie di maggior afflusso di questo prezioso materiale deve essere stata quella dell'Europa continentale, infatti la ricchezza di oro delle popolazioni celtiche era ben conosciuta.
La lavorazione di questo materiale era prevalentemente eseguita a Vetulonia, Caere, Vulci ed i procedimenti applicati erano vari. Quelli conosciuti( probabilmente provengono da scuole greche ed orientali) sono lo sbalzo, la granulazione, la filigrana e la nuova tecnica del pulviscolo. In particolare però sono le tecniche a filigrana e la granulazione a permettere la produzione di splendidi gioielli. La raffinatezza delle loro creazioni desta ancora oggi stupore, soprattutto pensando alla tecnica della granulazione. Tale tecnica, usata esclusivamente per la produzione di gioielli d'oro molto importanti , prevedeva l'applicazione sulla superficie di sfere incredibilmente piccole, in grandi quantità, addirittura migliaia. Le lamelle d'oro che si volevano trasformare in sfere si ponevano in un crogiolo, dove veniva posta della polvere di carbone per tenerle separate, e poi venivano fuse. Dopo un lavaggio, venivano saldate tra loro e sul supporto mediante una lega di carbonato di rame e colla organica che fondeva ad una temperatura inferiore a quella dell'oro,e così le sfere non venivano distrutte. Il massimo esempio di questa arte orafa e la "Fibula d'oro" della tomba Regolini-Galassi di Caere.
La tomba che risale alla prima metà del VII sec. conteneva spoglie di tre defunti: i primi due erano personaggi maschili, il terzo doveva essere un personaggio femminile molto importante, come documenta il ricco corredo di ornamenti personali. Comunemente si fa il nome della principessa Larthi, anche se le iscrizioni trovate fanno riferimento probabilmente non al nome della defunta ma al nome di un suo congiunto.
La fibula è uno splendido esempio di oreficeria etrusca: alta 32 cm. ha due cornici di palmette sbalzate che cingono cinque leoni. I contorni sono finissimi granuli d'oro. La stessa tecnica della granulazione si ritrova nella parte inferiore, dove si vedono sei file di felini alati circondarti da oche. La fibula, come tutto il corredo della tomba si trova nel Museo Gregoriano Etrusco della Città del Vaticano.
Dalle tombe etrusche sono venuti alla luce immensi tesori, bellissimi monili e oggetti d'oro impreziositi da raffinati decori ottenuti con la granulazione.
Con la colonizzazione romana dell'Etruria , l'applicazione del granulato si fa sempre più rara per poi scomparire definitivamente senza lasciare in eredità una conoscenza precisa della formula.

Armilla d'oro - con ricca decorazione a sbalzo e filigrana

Fibula d'oro con staffa decorata a pulviscolo